Non scholae sed discimus. Una proposta su cui lavorare
NON SCHOLAE SED VITAE DISCIMUS
UNA PROPOSTA SU CUI LAVORARE
di Rossella De Luca
Negli ultimi due giorni si sono tenuti un incontro online che il Ministero dell’Istruzione ha organizzato per presentare l’Ordinanza 172 e le Linee Guida per l’introduzione del giudizio descrittivo nella valutazione periodica e finale nella scuola primaria, realizzato dal gruppo di lavoro coordinato dalla prof.ssa Elisabetta Nigris, e un D.A.D. (Dialogo A Distanza) ANDIS con oltre 1000 partecipanti sul tema “Valutazione nella scuola primaria: dal voto ai giudizi descrittivi”, a testimonianza del grande coinvolgimento e interesse del personale della scuola verso la tematica.
L’Obiettivo di queste iniziative è ovviamente quello di accompagnare le istituzioni scolastiche – in vista dell’innovazione normativa che finalmente dopo anni segna il passaggio dal voto al giudizio nella valutazione intermedia e finale della scuola primaria – nel definire il nuovo impianto valutativo, facendo in primis comprendere l’importanza di saper formulare gli obiettivi del curricolo e soprattutto passare da una “valutazione dell’apprendimento” a una “valutazione per l’apprendimento”.
Sappiamo tutti quanto sia difficile questo momento, come l’ordinanza e le linee guida siano arrivate “sotto data” (nonostante fossero state ampiamente annunciate) e come sia complicato “change mindset”, ma a questo punto, anche in considerazione del particolare momento che stiamo vivendo, credo sia necessario un “atto di fede” (che è sempre un atto di coraggio) per realizzare realmente una scuola che coltivi l’apprendimento oltre l’aula e favorisca apprendimenti significativi, che elabori e sviluppi curricoli liberandosi dall’idea del programma, che incoraggi la progettualità per attivare processi, che sposti l’asse pedagogico delle discipline (che non sono materie, ma appunto discipline, lenti attraverso cui guardare il mondo), per ridisegnare gli ambienti di apprendimento, per abbandonare (si spera definitivamente) forme di insegnamento/apprendimento basate sulla trasmissione di nozioni, per promuovere nei nostri ragazzi “disposizioni interne durevoli e trasferibili”, “autonomia e responsabilità”.
Credo che negli incontri degli ultimi due giorni sia stato detto (anche bene) molto di quello che c’era da dire sul tema della valutazione: vorrei solo aggiungere che i ragazzi (anche quelli della secondaria) spesso subiscono e soffrono la valutazione, così come è intesa. Talora in alcune classi o tra alcuni studenti si riscontrano stati di malessere e situazioni di conflittualità diffusi, legati anche a questo periodo e alle modalità di verifica attuate dai docenti.
Allora avanzo la mia proposta: giudizi descrittivi legati al conseguimento degli obiettivi del curricolo fino al biennio della secondaria e, a partire dal terzo anno, un sistema di crediti in vista del “voto” (UNICO!) del titolo di studio finale.
Magari un giorno saremo “pronti”, ma è un’idea su cui si può lavorare. L’ANDIS potrebbe esserci.