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Patti educativi di Comunità: una significativa risorsa per le Istituzioni scolastiche, per i docenti, per gli studenti e per le famiglie.

collettivoPatti educativi di Comunità: una significativa risorsa per le Istituzioni scolastiche, per i docenti, per gli studenti e per le famiglie.
di Mario Di Maio

1.Premessa
Vorrei iniziare queste mie considerazioni sui Patti Educativi di Comunità citando due proverbi africani: “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” e “Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme“(Proverbio della Tanzania). Il fatto che questi “modi di dire” siano frutto della cultura africana è particolarmente significativo, in quanto indicano, come in quelle Società, l’aspetto comunitario è ancora molto importante. Questa riflessione è ancora più pregnante se la paragoniamo alla “Weltanschauung” (visione del Mondo) dei Paesi Occidentali in cui, invece, predomina l’aspetto individualistico, talvolta “narcisistico”1 di come le persone esercitano la propria socialità e la propria relazionalità nei rapporti con gli altri.
La pandemia ha, per certi aspetti, attenuato tale atteggiamento, ma, in alcune situazioni ha peggiorato le competenze relazionali degli adulti e dei giovani.
“ La pandémie a eu au moins le mérite de démontrer combien nos existences sont fragiles et combien nos destins sont inextricablement liés. Il est nécessaire et urgent désormais, d’agir collectivement pour changer de cap et réinventer notre avenir ..( omissis) ..il doit enfin renforcer l’éducation comme projet public et un bien commun de l’humanité”2.
Le decisioni relative al distanziamento sociale causato dalla pandemia hanno isolato non soltanto gli studenti che hanno utilizzato la DAD, trasformata successivamente in DID, ma le stesse Scuole, che hanno dovuto rinunciare, in massima parte, alle iniziative che vedevano le scolaresche impegnate in progetti ed eventi caratterizzati dalla partecipazione a manifestazioni di tipo pubblico.
Il disagio dei più giovani è nata dalla carenza di socialità durante la pandemia e, purtroppo, adesso ne vediamo le conseguenze.
Una mancanza data non solo dalla didattica a distanza, utilizzata negli ultimi due anni, ma anche dalla riduzione estrema delle attività extrascolastiche – fortemente ridotte e dalla limitazione fisica negli spostamenti. Secondo il Censis, Il 76,8% dei dirigenti scolatici sottolinea che gli studenti vivono in una fase di sospensione, senza disporre di prospettive chiare per i loro progetti di vita. I ragazzi si ritrovano continuamente sollecitati e stimolati, eppure in alcuni momenti si dimostrano apatici e indifferenti a tutto ciò che li circonda.
Le ripercussioni di tali atteggiamenti si ritrovano nelle difficoltà che i docenti riscontrano nelle normali attività didattiche, soprattutto se queste continuano ad essere effettuate attraverso l’utilizzazione di metodologie didattiche obsolete di tipo esclusivamente trasmissivo.

2. Il Patto educativo di comunità
Una risposta, almeno parzialmente risolutiva e da sottoporre ad un continuo ed attento monitoraggio attraverso le strategie di ricerca psico-sociologica, è quella dell’introduzione, a livello estensivo, nelle diverse realtà territoriali, di un Patto educativo di Comunità che è già presente in numerose Città e Regioni italiane.
Il Patto è giustificato da una considerazione che “nessuno insegna da solo”3 ed è supportato dal concetto pedagogico di Comunità educante. Essa costituisce un insieme di persone, in questo caso di “addetti” all’educazione delle giovani generazioni, che condividono valori ed ideali che si traducono in azioni concrete armonizzate tra di loro e finalizzate alla formazione e all’inclusione di bambini e ragazzi.
La comunità educante determina “un agire collettivamente”4, o per dirlo in modo poetico, un’unione di “amorosi sensi”, in cui la collaborazione tra i docenti e tra questi e le altre Agenzie educative, in primis la famiglia, costituisce l’elemento determinante di qualsiasi aspettativa di successo del percorso di educazione e di formazione degli alunni.
In tale contesto la scuola è in grado di generare “una diffusa convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, ed è anche in grado di promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e viva”. 5
L’aspetto comunitario dell’insegnamento è rafforzato in questo periodo di pandemia, in cui l’isolamento tra le persone ha determinato e determina un aumento del bisogno di relazionarsi in modo positivo con gli altri, sia dal punto di vista esistenziale sia da quello professionale. L’ascolto, il confronto con i colleghi, il condividere sentimenti e difficoltà sembrano le uniche strategie che consentano il superamento del disagio psicologico, spesso sfociato in una vera e propria ansia esistenziale, provocato dalla pandemia.

3.Aspetti normativi
L’importanza dei Patti educativi di comunità è stata sottolineata da un recente Documento del Ministero dell’istruzione, il Piano Scuola 2020, in cui la sua realizzazione viene intesa come una strategia importante nell’ambito dei processi della valorizzazione dell’autonomia scolastica e dell’inclusione, con particolare attenzione al mondo della disabilità “Priorità irrinunciabile sarà quella di garantire, adottando tutte le misure organizzative ordinarie e straordinarie possibili, sentite le famiglie e le associazioni per le persone con disabilità, la presenza quotidiana a scuola degli alunni con Bisogni educativi speciali, in particolar modo di quelli con disabilità, in una dimensione inclusiva vera e partecipata”6. Si tratta di un processo meno istituzionalizzato rispetto ad altri Patti di collaborazione tra Scuole ed Enti Locali, ma come tale può assumere dei connotati molto più vicini ai bisogni ed alle contingenze della Realtà territoriale per la quale viene progettato. Di conseguenza ha trovato modelli di attuazione molto diversi a seconda dei territori. Un possibile iter si definisce con la richiesta da parte della Scuola e/o dall’Ente locale di indire una conferenza dei servizi che avvii anche in questo caso il processo di confronto e co-progettazione.
La relazione scuola territorio trova la sua piena attuazione nell’implementazione del Patto che rappresenta l’ultimo tassello di un processo che ha dei fondamentali richiami normativi, come, ad esempio nelle “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo Ciclo d’istruzione”, già prima richiamate, in cui si afferma che “La scuola si apre alle famiglie e al territorio circostante, facendo perno sugli strumenti forniti dall’autonomia scolastica, che prima di essere un insieme di norme è un modo di concepire il rapporto delle scuole con le comunità di appartenenza, locali e nazionali” ed ancora: “ la centralità della persona trova il suo pieno significato nella scuola intesa come comunità educativa, aperta anche alla più larga comunità umana e civile, capace di includere le prospettive locale, nazionale, europea e mondiale».7
Queste considerazioni trovano un ulteriore e più importante riferimento nella nostra Legge fondamentale, in cui relativamente alla relazione tra Territorio e Scuola, nell’ambito del Principio di sussidiarietà orizzontale, che costituisce l’ossatura di qualsiasi Patto educativo, all’art. 118, ultimo comma, recita: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». I Patti consentono di progettare insieme l’offerta formativa che le scuole offrono al territorio attraverso il contributo di esperti esterni che, talvolta, presentano delle competenze che non sono presenti nei docenti delle Scuole. Si viene, cosi, ad implementare un’attività formativa in contesti informali e non formali che possono arricchire il bagaglio culturale degli studenti. L’altro aspetto importante è che si viene a creare una situazione concreta relativa alle problematiche del territorio che consentono agli alunni “d’imparare facendo”, realizzando, così, quel learning by doing che costituisce una metodologia didattica dell’imparare le cose facendole, che è applicabile con ottimi risultati in tutti i campi della conoscenza umana
Gli obiettivi principali comprenderanno:

– sviluppare il senso di appartenenza comunitario;
– sviluppare tra i vari attori della Comunità delle azioni significative, di collaborazione e coerenti tra loro;
– recuperare “alleanze educative” all’interno della comunità;
– educare insieme al rispetto, a valori comuni ed alla solidarietà sociale;
– realizzare momenti d’incontro e di riflessione sulle principali tematiche educative e formative con i docenti e con le famiglie.
4. L’importanza del Patto per le Scuole
L’implementazione del Patto rappresenta per le Scuole una strategia significativa perché consente di riflettere sulla ricerca di “senso”, presupposto fondamentale per l’attività educativa e formativa di cui deve farsi carico. Questa responsabilità viene, però, condivisa dal contesto territoriale, permettendole di assumere una “forza” sociale e culturale che non avrebbe se fosse isolata.
Le collaborazioni previste dal Patto consentono alle scuole di poter accedere a risorse e competenze presenti nel Territorio, di cui può disporre più facilmente, rispetto alla ricerca che dovrebbe fare se dovesse agire da sola.
Gli scenari educativi sviluppati dall‘ OCSE (Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo) suggeriscono che le scuole debbono rafforzare la loro posizione all‘interno delle società future. Ciò può accadere solo se le scuole diventano reti di apprendimento che riflettono i bisogni e i problemi delle comunità a cui fanno riferimento. Uno degli scenari che l’OCSE ha delineato nella pubblicazione del 15 settembre 2020, (Back to the future of education: Four OECD Scenarios for Schooling, un documento che si propone di fornire vari stimoli per sviluppare una visione strategica a lungo termine dell’istruzione), prevede una scuola che si configura come learning hub 8 per una comunità che mobilita tutte le sue risorse per massimizzare le opportunità di apprendimento per i suoi cittadini nella prospettiva della learning city . La definizione che dà l’’UNESCO di “Città per l’apprendimento” si presta in modo significativo all’ulteriore precisazione delle caratteristiche poste alla base del Patto. In essa si dà particolare importanza al fatto che la Comunità mobilita efficacemente le sue risorse in tutti i settori per promuovere l’apprendimento inclusivo, dall’istruzione di base fino a quella avanzata; rivitalizza l’apprendimento nelle famiglie e nelle comunità; facilita l’apprendimento per e all’interno del mercato del lavoro; estende l’uso di moderne tecnologie di apprendimento; accresce la
8 Ritorno al futuro dell’educazione: quattro scenari OCSE per la scuola (Back to the future of education: Four OECD Scenarios for Schooling) OCSE 2020 qualità e l’eccellenza dell’apprendimento; promuove la cultura dell’apprendimento continuo9
In questo contesto la Scuola diventa il fulcro di un ecosistema educativo ampio e in continua evoluzione, che si avvale del territorio per ripensare il curricolo e la didattica, modificando il tempo-scuola e la mobilità di docenti e studenti
5.L’importanza del patto per i docenti
La situazione professionale dei docenti, che comporta anche dei forti riflessi dal punto di vista psicologico o, bisognerebbe dire, di problematiche relative al disagio psicologico e del relativo burnout, risente di un forte ridimensionamento del prestigio della loro figura di educatori.
L’implementazione di un Patto educativo di Comunità potrebbe alleviare tale posizione attraverso un nuovo e più effettivo protagonismo dei docenti, in quanto esso sollecita la collaborazione di tutte le figure professionali relative alla formazione. Essi, attraverso il Patto, non sarebbero più dei semplici esecutori di curricoli e progettazioni stabilite dall’alto, ma avrebbero un importante ruolo di co-ideatori e realizzatori di percorsi di formazione e di ricerca.
Potrebbero realizzare importanti scambi di proposte ed iniziative tra i docenti delle varie scuole e tra gli esperti. Potrebbero mettere in comune risorse ed esperienze su come si è proceduto nelle diverse aree disciplinari, condividendo successi ed errori.
La partecipazione al Patto anche da parte delle famiglie, sarebbe un ulteriore elemento di positività verso i docenti, in quanto mettere in evidenza e condividere il cammino formativo potrebbe, finalmente, far comprendere ai genitori la difficoltà e la complessità dei processi d’insegnamento/ apprendimento che gli insegnanti mettono in atto nei riguardi di alunni e studenti.
L’attività degli insegnanti, nell’ambito dell’implementazione del Patto, è favorita anche per quanto riguarda i processi d’inclusione che costituiscono uno dei cardini fondamentali su cui far “girare” il Patto stesso, attraverso una maggiore sinergia tra Scuola, Enti e istituzioni locali (ASL), Associazioni, esperti e famiglie.
6.L’importanza del Patto per genitori e studenti
I ragazzi e i genitori trarrebbero grande beneficio dalla realizzazione del Patto educativo di Comunità.
Tra i principi da cui esso parte c’è la consapevolezza che gli adulti con responsabilità educative, a partire dalla famiglia, non possano sempre farsi carico da soli dei bisogni e delle domande che i bambini e i ragazzi manifestano. Appare invece utile recuperare i principi della sussidiarietà e complementarietà, e una rinnovata cultura della “genitorialità sociale”, anche come risposta a sempre più diffuse forme di isolamento e privatizzazione educativa, viste anche le emergenze sociali e culturali dovute all’insorgere della pandemia da Covid .
Le famiglie potrebbero partecipare in una nuova ottica, in cui essi rappresentano degli stakeholder che hanno il potere di agire e rappresentano un ruolo chiave in qualsiasi progetto di collaborazione. Il Patto le sosterrebbe nelle situazioni di disagio sociale e culturale che, assai frequentemente, costituiscono i principali motivi della difficoltà che gli alunni incontrano nell’ambito della realtà scolastica.
In generale, a parte le situazioni border line, che, comunque, costituiscono in alcune realtà territoriali delle vere e proprie emergenze sociali, tra le azioni previste nei diversi Patti ci sono quelle relative a dei corsi di educazione alla genitorialità.
7.L’importanza del Patto per la Comunità
Le considerazioni fin qui riportate evidenziano l’importanza del Patto per tutta la Comunità presente in quella determinata realtà sociale e culturale.
“L‘apprendere ed il fare insieme aumentano il senso di responsabilità condivisa, in merito al futuro di una comunità, rispondendo al contempo all’esigenza della società contemporanea di svilupparsi attraverso reti di collaborazione”.10
Il sostegno al Patto da parte della Comunità deve basarsi principalmente sulla creazione di reti, sulla necessità di cambiamento, sulle azioni di orientamento e di sostegno che sono utili a fornire una cornice di riflessione atta a sviluppare e a compiere una matura collaborazione tra comunità e scuola.
Nella Comunicazione della Commissione Europea n.280 del 2013 si evidenziava l’importanza “delle autorità locali nei paesi partner per raggiungere gli obiettivi di sviluppo ed un impegno più strategico per garantirne la realizzazione”. Si sottolineava che: “Dovremmo promuovere un approccio territoriale allo sviluppo che sia adatto alle caratteristiche ed alle esigenze del territorio. L‘approccio territoriale allo sviluppo è caratterizzato dall‘essere un approccio dal basso, dinamico e a lungo termine, basato su un orientamento multi-attoriale e multi-settoriale, in cui diverse istituzioni ed attori locali lavorano insieme per definire le priorità, pianificare e implementare le strategie di sviluppo. “11
L’educazione dei giovani ha come obiettivo, tra gli altri, di raggiungere il benessere proprio e quello della società in cui vivono ma questo si può realizzare quando la Comunità ha valori condivisi che sono alla base di azioni concrete. Del resto, la partecipazione ai processi decisionali è anche particolarmente rilevante a livello locale, in quei luoghi dove vivono i cittadini e dove gli stessi lavorano, ed ancora dove si offrono servizi di base e dove, tramite le imprese, si consolidano processi economici.
Un approccio locale allo sviluppo sostenibile è un buon modo di rispondere alle questioni globali, sociali e ambientali. Il Patto ha la finalità di coinvolgere il maggior numero possibile di stakeholder, in quanto può rappresentare il fattore chiave per il raggiungimento di risultati significativi nell’ambito di quelle “educazioni” che rappresentano gli obiettivi da raggiungere nel medio e lungo termine attraverso l’azione sinergica della Comunità educante. Il Patto educativo che vuole migliorare la realtà culturale e sociale di un Territorio deve avere come “stella polare” l’’educazione allo sviluppo sostenibile che si riverbera in diversi filoni come l’educazione ambientale, l’approccio globale allo sviluppo umano, l’educazione alla cittadinanza, ai diritti umani, alla salute e all‘economia. Esso, soltanto se riuscirà, concretamente, a raggiungere tali finalità, potrà sostenere di avere raggiunto lo scopo di migliorare il contesto territoriale, le persone che lo animano ma soprattutto l’educazione e la formazione delle giovani generazioni.


1 C. Bollas, Tre caratteri, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2022
2 Repanser notre future ensamble Un nouveau contrat social pour l’éducation Unesco 2021
3 M.Di Maio, “Nessuno insegna da solo”, rivista AIMC ( Associazione Italiana Maestri Cattolici) nov-dic 2021
4 Repanser notre future ensamble Un nouveau contrat social pour l’éducation Unesco 2021
5 Indicazioni Nazionali Miur 2012
6 Piano scuola 2020-2021 Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione. MI
7 Indicazioni Nazionali del 2012 MIUR
8 Ritorno al futuro dell’educazione: quattro scenari OCSE per la scuola (Back to the future of education: Four OECD Scenarios for Schooling) OCSE 2020
9 UNESCO Global Network of Learning Cities 2015
10 Toolbox per migliorare la collaborazione tra scuola e comunità, Codes
11Comunicazione della Commissione Europea n.280/2013


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Posted 2 Maggio 2022 by admin in category articoli