Chat GPT a scuola: apocalittici o integrati!?
Chat GPT a scuola: apocalittici o integrati!?
di Mario Di Maio
Ma gli androidi sognano pecore elettriche!?
(Da Blade Runner, Philip K.Dick)
1.Premessa
In un recente articolo pubblicato sul suo blog, Bill Gates fa delle significative osservazioni sull’utilizzazione dell’intelligenza artificiale generativa, ossia una tipologia di A.I. (Artificial Intelligence) capace di implementare testi, immagini e altri contenuti partendo da una semplice richiesta che prende il nome di prompt e che, nella sua versione più di uso corrente, prende il nome di Chat GPT. (1)
Gates dichiara che è un’innovazione rivoluzionaria, da paragonare all’introduzione dell’interfaccia grafica, modalità che costituisce il precursore di ogni sistema operativo moderno, incluso Windows. Ricorda che, nel 2022, propose al team di OpenAI, gli sviluppatori di Chat GPT, di addestrare un’intelligenza artificiale che riuscisse a superare, per un esame di biologia all’Università, una specie di test d’ingresso. Gates pensava che ci avrebbero messo alcuni anni invece ci hanno impiegato pochi mesi. Somministrato il questionario, GPT ha risposto esattamente a 59 domande su 60, ottenendo un ottimo punteggio. Il fondatore di Microsoft continua dicendo che “Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è fondamentale quanto la creazione del microprocessore, del personal computer, di Internet e del telefono cellulare. Cambierà il modo in cui le persone lavorano, imparano, viaggiano, ottengono assistenza sanitaria e comunicano tra loro. Intere industrie si riorienteranno intorno ad esso”. (2)
Per quanto riguarda l’istruzione sempre Gates è particolarmente ottimista anche se afferma che l’introduzione dei supporti informatici nel campo dell’educazione non ha avuto quell’effetto particolarmente significativo che tutti speravano. Pensa, però, che nei prossimi 5-10 anni il software basato sull’intelligenza artificiale manterrà finalmente la promessa di rivoluzionare il modo in cui le persone insegnano e apprendono, attraverso la personalizzazione dei contenuti che saranno presentati agli studenti. E’ chiaro che i docenti dovranno sviluppare delle modalità di ricerca sull’applicazione degli strumenti come Chat GPT, in modo tale la tecnologia sia perfezionata, Gates esprime, però, un’importante considerazione:” l’apprendimento dipenderà ancora da ottimi rapporti tra studenti e insegnanti. Migliorerà, ma non sostituirà mai, il lavoro che studenti e insegnanti svolgono insieme in classe”. (3)
2.Che cos’è Chat GPT
Chat GPT è un esempio delle capacità che l’intelligenza artificiale può esplicitare attraverso la compilazione di un testo che viene redatto in seguito ad una richiesta scritta da parte di un utente. E’ un chatbot, termine che costituisce l’abbreviazione di robot (bot) che “chiacchiera” (chat), scrive testi o effettua altre operazioni. GPT è l’acronimo di una tecnologia che sta per Generative Pre-trained Transformer, cioè un’applicazione dell’intelligenza artificiale che è in grado di generare testi in quanto è stato “allenato” per dare risposte compiute. “Il suo segreto è legato a un sofisticato modello di machine learning, quindi ad una capacità di apprendimento automatico da primo della classe. Ovviamente le sue eccellenti prestazioni si devono anche al lavoro di diversi istruttori umani che hanno contribuito allo sviluppo del cosiddetto apprendimento supervisionato e apprendimento per rinforzo”. (4) Tale attività è fondamentale per l’” allenamento” di questo software; io ne posso dare testimonianza in seguito ad un curioso esperimento che ho tentato con la versione gratuita di Chat GPT. Per un Corso di formazione sui testi inferenziali ho provato a chiedere al programma di scriverne uno. Il risultato è stato un vero fallimento: è venuto fuori un testo che non era per niente coerente con il compito assegnato. Dopo un poco, però, ho provato ad istruire il software su cosa fosse un testo inferenziale: è un brano in cui l’informazione attivata durante il processo di lettura non è esplicitamente presente nel testo, è quello del “non detto”, in cui si creano delle connessioni tra frasi, anche quando tali connessioni non sono espresse in modo esplicito. La volta successiva, in seguito a queste scarne informazioni, il software ha elaborato un altro testo, la descrizione di una giornata al mare, concludendo con questi termini:” In questo testo, molte informazioni vengono trasmesse in modo indiretto. Ad esempio, le risate e le chiacchiere allegre delle persone sulla spiaggia implicano che si stiano divertendo. Inoltre, l’uso di parole come “profumo salmastro” e “dolce aroma di crema solare” suggerisce che le persone siano impegnate in attività tipiche di una giornata al mare. Queste indicazioni implicite aiutano a creare un quadro vivido e immersivo dell’ambiente e delle attività che si svolgono sulla spiaggia. (da Chat GPT)
A questo punto possiamo chiederci se questa AI è veramente “intelligente” o, al contrario, non si può dire veramente tale in confronto a quella umana.
I pareri sono alquanto discordi in quanto la stessa capacità cognitiva umana è definibile in modo vario e complesso. Seguendo la definizione dell’Enciclopedia Treccani essa rappresenta il “ complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, e lo rendono insieme capace di adattarsi a situazioni nuove e di modificare la situazione stessa quando questa presenta ostacoli all’adattamento;…è accompagnata dalla consapevolezza e dall’autoconsapevolezza”. (5) A detta degli informatici che hanno sviluppato l’AI, questo software non possiede molte delle capacità che abbiamo elencato. Per adesso, quindi, le situazioni di grande pericolo di minaccia all’esistenza del genere umano sul tipo di HAL 9000, nel film “2001: Odissea nello spazio” e, ancora peggio, di Skynet, nella pellicola dei vari “Terminator”, sembrano scongiurate.
Un gruppo crescente di ricercatori ritiene che ad oggi l’intelligenza artificiale sia fortemente condizionata dal fatto che i suoi meccanismi sono collegati ad una massa di dati, sempre in numero altissimo, ma, per certi aspetti, limitati e dall’altro dal tentativo da parte dei programmatori di rifarsi a modelli cognitivi propri degli esseri umani ma che, però, a loro volta non rientrano in una definizione completa e precisa.
“Questi studiosi promuovono un approccio diverso: bisognerebbe prendere ispirazione dai complessi comportamenti e dalle capacità degli organismi biologici e concentrarsi su come essi interagiscono con il mondo. Questa visione prende il nome di “Physical Artificial Intelligence (intelligenza artificiale fisica abbreviata in PAI) e, come suggerisce il nome, si riferisce all’uso di tecniche di AI per risolvere problemi che coinvolgono l’interazione diretta con il mondo fisico, osservando, per esempio, il mondo attraverso sensori o modificandolo attraverso attuatori”. (6)
La questione delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale e del suo uso in generale è stata affrontata recentemente anche dalla Commissione Europea che ha pubblicato il “Libro Bianco sull’intelligenza artificiale – Un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia”. In premessa si leggono delle interessanti considerazioni:” L’intelligenza artificiale si sta sviluppando rapidamente. Cambierà le nostre vite migliorando l’assistenza sanitaria (ad esempio rendendo le diagnosi più precise e consentendo una migliore prevenzione delle malattie), aumentando l’efficienza dell’agricoltura, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai medesimi, migliorando l’efficienza dei sistemi di produzione mediante la manutenzione predittiva, aumentando la sicurezza dei cittadini europei e in molti altri modi che possiamo solo iniziare a immaginare. Al tempo stesso, l’intelligenza artificiale (IA) comporta una serie di rischi potenziali, quali meccanismi decisionali opachi, discriminazioni basate sul genere o di altro tipo, intrusioni nelle nostre vite private o utilizzi per scopi criminali. In un contesto di forte concorrenza globale, è necessario un solido approccio europeo, basato sulla strategia europea per l’IA” (7)
3.Chat GPT a Scuola: Apocalittici o integrati?!
L’introduzione (spesso clandestina!) a scuola da parte degli studenti di questo software di stesura dei testi, utilizzato anche per tradurre e ancora per altre finalità, preoccupa i docenti in quanto pensano che, in questo modo, i ragazzi non elaborano i loro compiti ma si facciano sostituire da Chat GPT, riducendo ancora di più l’esercizio delle competenze linguistiche e di ragionamento. Di fronte a questo pericolo occorre, quindi, che i docenti conoscano questa tecnologia, siano in grado di comprendere a far comprendere agli alunni i suoi limiti e la utilizzino come metodologia didattica.
Il mondo della Scuola, in Italia e all’estero, ha reagito in modo diverso all’utilizzazione di Chat GPT nel campo dell’istruzione.
Ad esempio, alcune scuole hanno affrontato la situazione con una serie di restrizioni. Le scuole pubbliche di New York hanno recentemente bloccato l’accesso a Chat GPT sui computer e sulle reti scolastiche, esprimendo “preoccupazioni per l’impatto negativo sull’apprendimento degli studenti e per la sicurezza e l’accuratezza dei contenuti”; anche le scuole di altre città americane, tra cui Seattle, hanno limitato l’accesso. In Italia, forse perché la conoscenza del software è piuttosto limitata, l’atteggiamento è di maggiore tolleranza.
Si sta riproponendo quel dibattito che, grazie al libro di Umberto Eco,
“Apocalittici e integrati”, che ha dato origine ad un modo di dire ormai consuetudinario, vede contrapposti i primi che cercano, in qualche modo, di continuare a far fronte alle innovazioni digitali che vengono considerate la fonte di arretramento culturale, obnubilazione delle capacità logiche e di pensiero, con i secondi che accettano, senza nessuna remora, tutte le recenti acquisizioni che la tecnologia ha introdotto nella nostra esistenza. (8) Il grande semiologo, nel 1964, aveva già prospettato le diverse posizioni che la società e la cultura potevano assumere di fronte ai rapidi mutamenti dei mezzi di comunicazione e della tecnologia che stiamo sperimentando nella realtà di tutti i giorni. I punti di vista degli “Apocalittici e degli Integrati” rappresentano gli estremi di una riflessione che, comunque va realizzata, cercando di evidenziare quali siano le conclusioni degli uni e degli altri, per operare una scelta ponderata e ragionevole.
Un ulteriore contributo al dibattito è approfondire lo strumento di Chat GPT, nell’ambito dell’elaborazione del linguaggio naturale:
Alcuni dei motivi principali sono descritti nell’ambito del sito che fa riferimento a Chat GPT e che bisogna accettare “cum grano salis” e mai, come nel campo educativo, accettare senza nessun tipo di attività di ricerca e di riflessione.
Il software viene accreditato di essere un modello linguistico di grandi dimensioni, che consente di generare risposte accurate. Queste ultime sono indicate come “altamente pertinenti alla richiesta e mostrano un livello di conoscenza e comprensione simile a quello di un essere umano. Ciò rende il modello particolarmente utile per compiti quali la generazione di testi e la traduzione linguistica”. (9) Il programma, inoltre, viene considerato dotato di grande adattabilità, in quanto è in grado di adeguarsi a situazioni e contesti diversi. Esso viene dichiarato come” uno strumento versatile che può essere utilizzato per un’ampia gamma di attività di elaborazione del linguaggio naturale”. (10)
Gli stessi sviluppatori, però, dichiarano che il loro programma di AI ha dei limiti.
Per esperienza diretta, un primo limite è la ripetitività degli enunciati, che partono proprio dal prompt di consegna. Gli altri che vengono indicati sono la dipendenza dai dati. Non bisogna dimenticare che il software è stato addestrato su un’ampia varietà di dati testuali ma questi non possono comprendere l” universo mondo”, per cui le risposte potrebbero essere poco accurate o, addirittura, errate se le informazioni sono poco accurate o sbagliate. Un altro aspetto da considerare che il programma “non ha una comprensione profonda del mondo o la capacità di ragionare come un essere umano. Di conseguenza, il modello potrebbe non essere in grado di generare risposte a domande complesse o astratte o di comprendere il contesto e le implicazioni di una determinata richiesta.” (11)
Nell’ambito di un articolo sull’intelligenza artificiale e della sua applicazione nell’ambito di un chatbot per la stesura di un testo, mi è sembrato emblematico chiedere al software quali sono le implicazioni didattiche del suo uso.
Il testo fornito è il seguente:
“L’utilizzo di Chat GPT nell’ambito scolastico può essere molto utile per diversi scopi. Ecco alcune idee:
- Supporto alla comprensione del testo: gli studenti possono utilizzare Chat GPT per chiedere spiegazioni e chiarimenti su testi complessi che stanno studiando in classe.
- Pratica della scrittura: gli studenti possono utilizzare Chat GPT per esercitarsi nella scrittura, interagendo con il sistema e ottenendo feedback sulla grammatica, la sintassi e lo stile.
- Supporto per gli studenti con disabilità: gli studenti con disabilità possono utilizzare Chat GPT per avere accesso a supporti di lettura e scrittura, aiutandoli a partecipare pienamente alle attività scolastiche.
- Aiuto per la preparazione degli esami: gli studenti possono utilizzare Chat GPT per fare domande su argomenti specifici e ottenere risposte immediate e precise, aiutandoli nella preparazione degli esami.
- Insegnamento di nuove lingue: gli studenti possono utilizzare Chat GPT per praticare la comprensione e la produzione orale e scritta di nuove lingue, interagendo con il sistema e ricevendo feedback in tempo reale.
In generale, l’utilizzo di Chat GPT nell’ambito scolastico può aiutare gli studenti a sviluppare le loro capacità di lettura, scrittura e comprensione, fornendo loro un supporto aggiuntivo e personalizzato. Tuttavia, è importante tenere presente che ChatGPT non deve essere utilizzato come sostituto dell’insegnamento tradizionale, ma come un complemento utile”. (12)
Per dare una prima risposta al dilemma tra “ Apocalittici e integrati” ci sia di conforto una massima latina che recita “ In medio stat virtus” una “sentenza della scolastica medievale che deriva da alcune frasi dell’Etica Nicomachea di Aristotele, esprimenti l’ideale greco della misura, della moderazione, dell’equilibrio: la virtù è nel mezzo, tra due estremi che sono ugualmente da evitare”. (13) In altri termini l’utilizzazione di questo programma deve rientrare nell’insieme delle competenze digitali che l’Istituzione scolastica deve fornire agli studenti, senza che essa venga “demonizzata” o usata senza nessun controllo da parte del docente.
L’utilizzazione didattica di Chat GPT è diventata, infatti, terreno di studio di ricercatori e docenti ai quali possiamo far riferimento per un primo approccio metodologico.
Una prima considerazione è quella che deriva dalle indagini effettuate sull’utilizzazione di Chat GPT nell’ambito scolastico da parte degli studenti. Un recente articolo di “Repubblica” segnala un uso non particolarmente intensivo.
“Secondo uno studio di Skuola.net e Università degli Studi di Firenze per “Generazioni Connesse” 2023, il 55% dei partecipanti (delle secondarie di primo e secondo grado) ha dichiarato di essere a conoscenza del funzionamento dell’IA. Il 66% di utilizzare qualche volta (38%) o spesso (28%) software o app per creare testi, foto o video”. (14) La giornalista continua l’articolo, proponendo le interviste fatte ad alcuni studenti. “Se parliamo di Chat GPT tra compagni? No. − risponde Eleonora, al secondo anno di un liceo scientifico in Campania −. Lo conosco, lo trovo interessante, anche se dà spesso risposte sbagliate. Come tutti gli strumenti, conta l’uso che se ne fa: per copiare, sarebbe un errore”. Umberto, che frequenta il quinto liceo classico a Roma, conferma: “Non è un argomento che accende, per ora. E poi, spesso i sistemi di intelligenza artificiale evidenziano il limite delle macchine. “ (15)
Daniele Grassucci, co-fondatore di Skuola.net aggiunge alle considerazioni fatte un giudizio di tipo tecnico e afferma che “Chat GPT non è user friendly, anzi potrebbe aumentare il gap di competenze digitali che spesso si evidenziano nel sistema scolastico. “Che l’intelligenza artificiale sia conosciuta e usata dai ragazzi invece, è fuori di dubbio”. (16)
La diffusione dell’uso di Chat GPT è, comunque, un fenomeno che bisogna segnalare per evitare che i docenti e l’Istituzione scolastica in generale si trovino impreparati di fronte a questo evento, come è spesso accaduto anche per altri casi d’innovazioni tecnologiche. Dell’importanza di tale fenomeno se ne sono accorti Istituzioni di vari livelli, a partire dalla Commissione europea, come è stato precedentemente indicato, al Ministero dell’Istruzione.
Gianna Barbieri, Direttore Generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale ha commentato: “La diffusione di sistemi di AI può essere particolarmente impattante, proprio per studenti e insegnanti, se il loro utilizzo non viene regolato, gestito e soprattutto vissuto come uno strumento tra gli altri, che può contribuire a perseguire le finalità della scuola”. (17)
Nell’ambito dell’approccio metodologico che si può implementare con l’uso di Chat GPT numerose sono le attività che possono essere promosse, tenendo sempre presenti che occorre manifestare agli studenti le proprie competenze nel campo digitale e, quindi, avvertirli di palesare la propria onestà intellettuale senza “barare” nell’uso del software oggetto dell’articolo. Un altro aspetto da considerare e che può essere esplicitato nell’implementazione delle attività è la celebre frase di Seymour Papert, l’iniziatore dei programmi didattici supportati dal computer che, metaforicamente, affermava:” Dovrebbe essere il bambino a programmare il computer e non il computer a programmare il bambino.” (18) Questa considerazione per far comprendere ai discenti che è sempre l’Uomo a “controllare” gli aspetti digitali dell’esperienza e non il contrario.
Per tornare all’uso didattico di Chat GPT, il programma può essere utilizzato per:
- Fornire spunti ai quali non si era pensato e, quindi, riscrivere il testo utilizzando le informazioni ottenute.
- Correggere un testo impreciso nel quale gli enunciati sono approssimativi e incompleti ed evidenziare le informazioni aggiunte.
- Chiedere a Chat GPT che cosa ha aggiunto nel testo e chiederne il perché.
- Mettere a paragone poesie composte da poeti famosi e dal software testuale sullo stesso argomento, sottolineandone le differenze e le somiglianze.
- Confrontare testi elaborati da diversi programmi di IA., cercando di cogliere la coerenza delle motivazioni.
- Utilizzare il programma per effettuare traduzioni e sintesi di brani.
Chat GPT può essere un valido ausilio anche per l’attività quotidiana del docente il quale, attraverso la sua implementazione può:
- inventare nuovi compiti autentici a partire dai concetti disciplinari;
- correggere al posto dell’insegnante gli elaborati dei ragazzi;
- controllare lo stile del testo (giornalistico, formale, informale, poetico). (19)
4.Conclusioni
Le considerazioni effettuate nei precedenti paragrafi portano alla conclusione che la familiarità con i sistemi di intelligenza artificiale dev’essere considerata una competenza fondamentale da far acquisire ai discenti, anche perché essa costituirà una conoscenza necessaria per i lavoratori del futuro. Da ciò nasce l’esigenza di integrare il curricolo digitale con delle attività relative all’AI., soprattutto per sollecitare un confronto con gli studenti per utilizzare in modo consapevole le opportunità offerte dai nuovi software.
“As technology transforms every aspect of our lives, and the world is rapidly shaped by artificial intelligence (AI), students who are digital-data and media-literate will have a significant advantage over their peers. Digital skills are now essential for all professions, from science and engineering to healthcare and finance, and even the arts. It is crucial that students learn digital skills so they can compete in the job market and contribute positively to society and the economy”. (20)
La tecnologia viene definita da Andreas Schleicher, Director for Education and Skills, dell’OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) “un amplificatore e un acceleratore dei risultati degli alunni” (21) delle loro competenze. Non bisogna lasciare nessuno indietro, perché il recupero successivo delle carenze è un’azione assai difficile da implementare.
Affrontare l’argomento di una completa diffusione delle competenze digitali e le azioni da sostenere non costituisce soltanto un modo per ottenere cittadini più consapevoli della realtà che li circonda in un mondo dove, spesso, potenti network diffondono disinformazione e false notizie. La loro promozione consentirà di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite con particolare riferimento a due finalità fondamentali per la crescita della persona umana che sono: fornire un accesso equo a un’istruzione di qualità
( Obiettivo 4) e consentire il lavoro dignitoso e la crescita economica (Obiettivo 8). (22)
1 Bill Gates, The Age of AI has begun, Blog 23 marzo 2023
2 ibidem
3 ibidem
4 Dario D’Elia, Wired, 16/01/2023
5 Dal Sito dell’Enciclopedia Treccani, 2023
6 Nicoletta Boldrini, Deep Learning, cos’è l’apprendimento profondo, come funziona e quali sono i casi di applicazione, https://www.ai4business.it/intelligenza-artificiale/deep learning/deep-learning-cose/
7 LIBRO BIANCO sull’intelligenza artificiale – Un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia, Commissione Europea, febbraio 2020
8 U.Eco, Apocalittici o integrati, Milano, Ed.Bompiani, 1964
9 www.Chat GPT
10 ibidem
11 ibidem
12 Da una domanda sull’uso didattico di ChatGPT
13 Enciclopedia “Treccani”
14 Diletta Parlangeli, Se il chatbot sale in cattedra, da “Repubblica, 23 marzo 2023
15 ibidem
16 ibidem
17 ibidem
18 S.Papert, Mindstorms: Children, Computers, and Powerful Ideas, 1980
19 Maurizio Maglioni, La scuola alle prese con la seconda rivoluzione digitale, www.aiscuola.it
20 Futureready education EMPOWERING SECONDARY SCHOOL STUDENTS WITH DIGITAL SKILL, Capgemini Research Institute
21 ibidem
22 Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, Organizzazione delle Nazioni Unite, 21 ottobre 2015