Luglio 29

Innovazione degli ambienti = miglioramento degli apprendimenti?

Flexible_Seating_Classroom_spaceInnovazione degli ambienti = miglioramento degli apprendimenti?
di Paola Bortoletto

      La proroga fino al 30 settembre 2023, chiesta già ai primi di maggio dall’ANDIS, per individuare gli affidatari di forniture e servizi potrà, forse, consentire alle scuole un’azione più efficace, meditata e corretta, non solo sul piano formale e contabile, ma soprattutto sul piano della scelta di attrezzature, soluzioni e prodotti adeguati e funzionali all’innovazione diffusa e permanente.

Molte scuole hanno già stilato la lista degli acquisti, ma tante si sono trovate a dover togliere, “tagliare” attrezzature e soluzioni inizialmente previste sia per gli aumenti dei prodotti già individuati, sia per le offerte continue, diversificate e allettanti del mercato.

La proroga può essere allora utile per una verifica sull’essenzialità delle scelte, in funzione di tutto ciò che consente di praticare una didattica innovativa nei rivisitati ambienti di apprendimento.

      Il nostro momento storico è contrassegnato da un’accelerazione della trasformazione tecnologica delle società, caratterizzata da una rivoluzione digitale in corso e dai progressi delle biotecnologie e delle neuroscienze. Le innovazioni tecnologiche hanno modificato il nostro modo di vivere e di apprendere, tanto che l’alfabetizzazione digitale e l’accesso al digitale sono diventati diritti fondamentali senza dei quali è sempre più difficile la partecipazione sia a livello civico che economico.

Il miglioramento che le tecnologie apportano va però inquadrato in una cultura che incoraggi la sperimentazione tecnologica con il riconoscimento dei rischi e con la consapevolezza che non esistono soluzioni semplici e universali.  Per quanto riguarda più strettamente la scuola, dobbiamo infatti considerare che le TIC apportano continue trasformazioni nelle modalità di apprendimento e nell’organizzazione dei sistemi educativi.

Mentre ci adattiamo a un mondo in cui sono immediatamente disponibili una massa incontenibile di informazioni testuali e grafiche su un semplice smartphone, l’educazione deve andare oltre la diffusione e la trasmissione della conoscenza e garantire l’autonomia dello studente affinché sia usata in modo responsabile. Fra gli altri, ad esempio, diventa sfidante dotare le persone di strumenti che diano un senso alla marea di informazioni a portata di clic.

    Innovazione degli ambienti di apprendimento corrisponde al miglioramento degli apprendimenti?
Attenzione a questa ingannevole uguaglianza!

L’innovazione degli ambienti di apprendimento dovrà includere l’utilizzo di metodologie attive e di apprendimento collaborativo, l’integrazione di tecnologie educative innovative e la creazione di esperienze di apprendimento personalizzate, per rispondere ad esigenze e bisogni individuali diversi.
Perché ciò avvenga, tutti i docenti dovranno essere messi in condizione di utilizzare le attrezzature che si stanno acquistando attraverso una formazione mirata alla costruzione di interventi innovativi, dal punto di vista metodologico, tecnico e didattico.
“Una delle forme di conoscenza più preziose minacciate dal trionfo della digitalità è quella sociale.
Numeri senza narrazioni, connettività senza inclusione culturale, informazioni senza emancipazione, tecnologia digitale nell’educazione senza scopi chiari non sono auspicabili.
Per i futuri dell’educazione, la scelta non dovrebbe essere presentata come tra lettura digitale o lettura cartacea, ma piuttosto come una scelta in cui, nel tentativo di produrre alfabetizzazioni multiple, l’insegnante dovrebbe garantire che gli studenti e le studentesse incontrino sia la lettura lineare sia la lettura non lineare”. (1)
In un recente Convegno (2) in cui si mettevano a confronto digitale e cartaceo, è emerso come le polarizzazioni pendenti per l’uno o per l’altro non portino miglioramento: la strada è quella dell’et…et, piuttosto che quella dell’aut…aut.
Credo ancora che, come afferma I. Fiorin, “a fare la differenza sarà, in particolare, la qualità delle relazioni interpersonali. Quando in una scuola i rapporti interpersonali sono curati, si respira un clima sereno e incoraggiante. Questo consente di mettere a disposizione degli alunni il tempo necessario all’apprendimento. Una scuola della persona, una scuola comunità educativa, ha però bisogno di disporre di strumenti professionali che consentano di tradurre i valori affermati in pratiche didattiche” (3) sempre aggiornate e rispondenti ai bisogni degli studenti di oggi.
Trasformare la scuola e innovarla significa anche studiare l’ambiente scolastico, la sua forma e consistenza materiale, per renderla più consona alle nuove richieste che provengono dalla società, attraverso una lettura pedagogica e didattica. Ma poniamoci alcune domande:
L’ambiente scolastico sarà favorevole all’esplorazione, alla sperimentazione, alla collaborazione? Sarà giudicante o incoraggerà l’apprendimento e la riflessione attraverso prove ed errori?
Faciliterà una serie di incontri con gli altri?
Sarà incentrato solo sui risultati individuali, o considererà lo sviluppo individuale e quello tra pari come un sostegno reciproco.
Le crescenti perturbazioni – come la pandemia da COVID-19 o le emergenze climatiche hanno reso ancora più manifesto il ruolo unico delle scuole, insostituibili luoghi di apprendimento e insegnamento dove avvengono incontri pedagogici intenzionali.
“Sebbene si possano e si debbano progettare strumenti digitali migliori, la strategia più adatta per indirizzare la rivoluzione digitale verso il sostegno all’educazione come bene comune ègarantire la sua democratizzazione all’interno di una solida sfera pubblica”. (1)
La responsabilità del dirigente scolastico è chiamata direttamente in causa, ma il DS prima di essere burocrate o manager, dovrà essere leader educativo, leader per l’apprendimento che impronta la governance della scuola ad una logica partecipativa per l’autonomia, che punta a diffondere e a migliorare il grado di responsabilità di tutti gli stakeholders e a favorire la crescita di persone e organizzazioni, pensando in termini di innovazione e sviluppo, evitando di fuggire nella sola tecnologia, di cadere nell’opportunismo o di rincorrere l’utopia.

Il DS, allora dovrà orientare una comunità che protegge la persona e le offre opportunità di crescita, che progetta e riflette, che si confronta e si apre, che riacquisisce il ruolo di luogo della partecipazione di tutte le sue componenti, che si rilancia come nodo strategico di comunità educanti che condividono una responsabilità educativa diffusa sul territorio (Ds garante, come esplicitato nel Codice etico dell’Associazione).

    Così come delineato dall’adozione del “Piano Scuola 4.0” in attuazione della linea di investimento 3.2 “Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori”, Next Generation Classrooms – “La responsabilità di abilitare lo spazio alla pedagogia e di trasformarlo in “ambiente di apprendimento” è affidata al dirigente scolastico per l’aspetto organizzativo e ai docenti per l’aspetto didattico, ma richiede il coinvolgimento attivo dell’intera comunità scolastica per rendere sostenibile il processo di transizione verso un più efficace modello formativo ed educativo”. (4)

Questa linea di investimento può integrarsi con l’investimento 1.4. finalizzato alla riduzione dei divari territoriali, perché ormai sappiamo quanto siano importanti gli spazi (ricordiamo il Manifesto di INDIRE sugli spazi educativi del 3° millennio, che individua e differenzia gli spazi di gruppo da quelli di esplorazione, l’agorà dagli spazi informali a quelli individuali ad esempio), non solo quello fisico, ma anche quello della progettazione di una scuola che possa rispondere alle finalità del Piano stesso. Questo obiettivo potrebbe costituire un’importante occasione per rimodulare il curricolo di scuola secondo modalità maggiormente innovative e che hanno la loro naturale evidenza in una disposizione degli ambienti più funzionali alle attività di apprendimento e d’insegnamento. Questo momento dovrebbe garantire uno scambio di idee tra i docenti, del loro modello di scuola e di un tentativo di modifica di pratiche obsolete. Il confronto tra gli insegnanti dovrebbe avere come suo naturale addentellato un dibattito autentico con le famiglie e con gli altri “portatori d’interessi” del contesto socio – culturale, in un tentativo di avviare, se non è già presente, la realizzazione di una significativa “comunità educante”. Si dovrebbe, così giungere alla concretizzazione di “ambienti di apprendimento innovativi” connessi a una visione pedagogica che “mette al centro l’attività didattica e le studentesse e gli studenti, secondo principi di flessibilità, di collaborazione, di inclusione, di apertura e di utilizzo della tecnologia”. Occuparsi soltanto delle dotazioni tecnologiche non sembra una strategia vincente se ad esse non si accompagna una modifica del modo di fare scuola soltanto di tipo trasmissivo.

    Del resto, in forma certamente predittiva l’ANDIS, come ben esplicitato nel suo ultimo Congresso, aveva delineato tra le priorità dei temi da affrontare:

  • “a partire dalle migliori esperienze già in atto, invitare a progettare e costruire ambienti di apprendimento idonei ad ospitare una didattica attiva e modulare e quindi dotati di laboratori, biblioteche, palestre, spazi di incontro, attrezzature tecnologiche, ecc. rendendo la scuola inclusiva, accogliente, aperta al territorio. Sarà sicuramente indispensabile prevedere un continuo e costante apporto di risorse economiche e di personale per il necessario aggiornamento, manutenzione e implementazione delle attrezzature tecnologiche che saranno acquistate dalle scuole;
  • operare perché le scuole investano nella costruzione di un curricolo sostenibile e digitale, essenziale e contestualizzato, ma pienamente rispondente ai goal dell’Agenda 2030, attento ai percorsi scientifici, matematici, multilinguistici.Il ruolo della scuola va oggi declinato con una particolare attenzione alle sfide del presente e del futuro, a cominciare dalla questione della sostenibilità nelle sue molteplici sfaccettature. Il cambiamento climatico ci pone tutti davanti a un’evidenza non più ignorabile e ci è richiesto un tempo veloce per rispondere;
  • considerare la valutazione in un continuo interscambio con il curricolo di scuola e con gli ambienti di apprendimento, al di là degli spazi fisici o virtuali, che possano garantire:
  • la centralità dell’alunno e la responsabilità nella costruzione del proprio apprendimento;
  • una didattica centrata sull’esperienza, contestualizzata nella realtà, fatta di compiti significativi;
  • un approccio all’apprendimento prevalentemente induttivo, meno passivo e più autonomo”. (5)

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1-Unesco, Re-immaginare i nostri futuri insieme, Rapporto della Commissione internazionale sui futuri dell’educazione, La Scuola sei, 2023

2- “Quale digitale? Il valore imprescindibile di carta e penna”- Roma 18 luglio 2023

3- I. Fiorin, Indicazioni Nazionali, 10 anni dopo, Dalla scuola dell’insegnamento alla scuola dell’apprendimento, in TUTTOSCUOLA News n.1073 del 20/03/2023

4- Adozione Piano Scuola 4.0, 14.06.2022

5- XI Congresso ANDIS, Discorso Presidente, Maggio 2022


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Posted 29 Luglio 2023 by admin in category articoli