Gennaio 25

Chi credete che siano gli italiani?

Chi credete che siano gli Italiani?

di Giuseppe Capozza

 

Il 23 gennaio i DS dell’Andis-Puglia hanno partecipato ad un seminario dedicato all’IA applicata alla comunicazione amministrativa; dunque, la recente proposta culturale del MIM (che non chiamerei riforma perché’ non modifica il sistema scolastico ma si focalizza su alcuni argomenti disciplinari) è vissuta da molti colleghi come ridondante rispetto alle nuove esigenze organizzative ed educative della Scuola.

Ma anche nel merito (uso con prudenza questa parola, che da due anni a questa parte è diventata ambigua) avrei delle osservazioni da fare:

– fino a che conserveremo le iscrizioni latine sui numerosi monumenti (e non solo) sparsi nel territorio nazionale, il latino sarà una lingua “viva”; per molti alunni ha il fascino di una lingua straniera, è utilizzata spesso ancora oggi (vedi la parola “tutor” e gli innumerevoli modi di dire) ed è utilissima per il confronto grammaticale con la lingua italiana (che, del resto, possiamo considerare il latino contemporaneo). Grazie all’autonomia didattica, il latino si insegna in molte scuole primarie e secondarie del primo ciclo da decenni…;

– in quanto documento culturale millenario, la Bibbia compare in quasi tutte le antologie e nei primi volumi di Storia; è una delle poche condivisioni letterarie tra ebrei, cristiani e musulmani; i famosi “accordi di Abramo” ne testimoniano l’irrinunciabile attualità. Certo, l’aspetto religioso nella scuola laica va messo in secondo piano, ma se ad esempio esaminiamo il Genesi in ottica interculturale, ci accorgeremmo che le cosmogonie degli Inca sono simili a quella ebraica. Inoltre, la cosiddetta Bibbia dei Settanta era scritta in greco; anche il greco sarà, prima o poi, obbligatorio (per es. dalla terza classe primaria)?

– messa tempo fa da parte la geografia descrittiva, ora si annulla anche la geostoria; insomma, questa disciplina non ha pace… Se fu giustamente considerato restrittivo prendere in considerazione soltanto confini, superficie quadrata, popolazione e produzione economica per poter dire di “studiare” una regione o un Paese straniero (ricordo ancora con un certo divertimento quella volta che, non avendo memorizzato tutti i prodotti del sottosuolo di una certa regione italiana, aggiunsi la bauxite, perché tanto ce l’avevano tutte…!), perché non attualizzare questa affascinante disciplina alla sua dimensione geopolitica, dove economia, storia, cultura sono trattate con forte caratterizzazione relazionale ed internazionale, come insegnano da anni riviste come Limes e i libri di Dario Fabbri? Forse perché la geopolitica, a causa del suo carattere pluridisciplinare, mortificherebbe l’integrità, la purezza (e l’isolamento autarchico) della nostra “identità nazionale”? Ma l’Italia di oggi è il risultato di diverse culture (altri le chiamerebbero dominazioni) che si sono succedute nei secoli, dalle tende degli Ostrogoti alle basi militari degli Americani (passando per Bizantini, Longobardi, Franchi, Arabi, Svevi, Spagnoli, Francesi, Austriaci, Borboni, Savoia)!

Latino e Bibbia non sono una novità nella scuola italiana; solo chi non ne è informato può ritenere la loro enfasi una riforma innovatrice. In realtà sono importanti occasioni di studio interculturale, consapevolezza che la propria identità nazionale è il risultato di più incontri con altre civiltà (vedi i popoli italici, che spesso e volentieri hanno dato filo da torcere ai “conquistatori” Romani) e apertura mentale nei confronti del “diverso”, salvo poi accorgersi che tutta questa diversità è superficiale, in quanto appartenenti al regno animale e alla specie umana: non per nulla, siamo definiti “homo sapiens sapiens” (ma guarda, un’espressione latina…).


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Posted 25 Gennaio 2025 by admin in category articoli