Agosto 20

Il Concorso per Dirigenti Scolastici. Ragionando sulla prova scritta

Letter_01Il Concorso per Dirigenti Scolastici. Ragionando sulla prova scritta
di Antonio Valentino

Un auspicio, per cominciare

Il modello organizzativo di prova scritta del concorso per Dirigenti scolastici (DS) ripropone sostanzialmente quello utilizzato per l’immissione in ruolo dei docenti abilitati (concorso del 2016). Non più temi o prove similari, ma quesiti a riposte aperte (sei) e chiuse (due). Per il concorso di cui ci stiamo occupando, i quesiti a risposta aperta (RA), come è noto, sono cinque e ancora due quelli a riposta chiusa (RC). Sappiamo come è andato il primo: polemiche e proteste più che giustificate per molte delle tracce proposte per le diverse classi di concorso: oggettivamente complesse, e tali comunque da necessitare tempi ben più lunghi di quelli a disposizione (150 minuti per gli 8 quesiti) per uno svolgimento minimamente compiuto e pensato.

È da sperare che l’esperienza del 2016 non passi nel dimenticatoio.

Il delta tra le prove concorsuali. Quali specificità per la prova scritta?

Entrando nel merito della prova, si tratta di avere presente in primo luogo cosa connota questa prova, non tanto rispetto alla preselettiva, quanto rispetto a quella orale, e come tale prova si colloca nell’intero percorso concorsuale che prevede anche, come è noto, momenti importanti e consistenti di specifica formazione e tirocinio.

Se alla preselettiva si chiedeva sostanzialmente di selezionare i moltissimi candidati alla prova attraverso una procedura opportuna (ma quella utilizzata in questo caso è apparsa piuttosto opinabile, in quanto tesa sostanzialmente a valutare la capacità di memorizzare norme, nozioni e loro articolazioni), a questa si chiede altro, soprattutto attraverso i quesiti a risposta aperta (diverso è il discorso per i 2 quesiti in lingua). E altro quindi si punta a verificare. Come nei precedenti concorsi, la finalità è ancora quella di verificare le capacità

  • di contestualizzare questioni specifiche legate alle ‘materie’ del bando,
  • di saperci ragionare su,
  • di argomentare concretamente le proprie risposte, fornendo riferimenti chiari e plausibili, e di farlo sapendo centrare le questioni e articolarle in modo necessariamente sintetico,
  • di utilizzare la lingua in modo corretto e di padroneggiare il lessico specifico .

La novità della procedura (quesiti, anziché tema) sembra obbedire alla necessità di saggiare la preparazione del candidato su più temi e di verificare la capacità di orientarsi su questioni diverse, privilegiando l’essenzialità e la sinteticità.

Altro è – si intuisce – l’oggetto dell’osservazione e della valutazione della prova orale, dove oltre alla padronanza degli argomenti al centro del colloquio, pesano (dovrebbero pesare) le capacità

  • di sapersi relazionare,
  • di saper ascoltare quello che viene chiesto e di individuarne il senso, problematizzarlo e tradurlo in risposte convincenti;
  • di governare l’emotività assumendo comportamenti improntati ad una reciprocità convinta, per quanto “asimmetrica”, come si dice.

Preparazione come?

Alla luce di queste premesse, viene allora da chiedersi

  • che tipo di organizzazione dare al proprio lavoro di preparazione alla prova scritta,
  • come collocarsi rispetto ad essa (parlo di atteggiamento mentale, di consapevolezze, di pensieri-guida) e come ‘allenarsi’ per arrivare al traguardo nelle condizioni migliori;
  • cosa e come valorizzare il già fatto nel percorso precedente (i materiali raccolti, i testi letti, le schede approntate, le annotazioni sparse…) e, più in generale, le esperienze finora maturate. Anche come insegnante /non solo insegnante. E cioè: collaboratore del DS, coordinatore di classe o di materia o di progetto, come delegato per i rapporti con le reti di ambito o di scuola, come responsabile di progetti o di plesso, o di membro del CdI ….; ma anche semplicemente come buon

Le idee al riguardo non possono, ovviamente, che essere diverse da candidato a candidato, perchè tutte in qualche modo legate a “come si è”, al proprio modo di studiare e di ricercare e, più in generale, di lavorare, di memorizzare e fare entrare in circolo quello che si sa e intrecciarlo, se il caso, con quello che la nuova prova richiede.

Comunque alcune indicazioni di buon senso – neanche poi tanto originali – si possono condividere.

Qualche indicazione di buon senso.

  1. Sulla fase preliminare.

Per esempio, nella fase preliminare (appena si riprende la preparazione), attività di buon senso potrebbero essere almeno le seguenti:

  • Mettere ordine nei materiali raccolti finora (quelli del corso eventualmente frequentato, i testi utilizzati finora, manuali, articoli, lessici e repertori ad hoc e altri materiali comunque potenzialmente utili; richiamo qui soprattutto gli esempi di possibili quesiti utilmente selezionati in base a criteri sensati), raggruppandoli e classificandoli  in base alle tematiche e alla tipologia, ma anche al grado di utilità che si attribuisce loro (è buona cosa liberarsi di materiali che si sono rivelati di scarso peso).
  • Costruire, se non lo si è ancora fatto, mappe concettuali per ciascuna delle materie del bando, evitando comunque sotto-articolazioni tematiche troppo settoriali (l’ossessione su particolari poco significativi non aiuta) ed evidenziando i collegamenti tra i contenuti tematici (anche per favorire una visualizzazione mentale delle articolazioni e dei collegamenti). A questa operazione andrebbe data particolare importanza[1].
  1. Sulla gestione delle novità della prova

In contemporanea – o subito dopo – è opportuno interrogarsi sulle novità della prova[2]: la durata; la tipologia dei quesiti; i punteggi previsti per le due tipologie; il punteggio minimo per l’ammissione alla prova orale; e cosa esse comportano, nella organizzazione del lavoro di preparazione, in termini di agenda, tempi, ambiente, problemi, opportunità, strumenti …. Avendo chiaro comunque l’obiettivo del miglioramento progressivo (per tappe) della capacità di lettura delle tracce: per coglierne il ‘cuore’ e le sue più importanti articolazioni, selezionare le conoscenze di cui si dispone e riportarle nei loro termini essenziali. Ma anche – e non è aspetto secondario – per gestire il tempo a disposizione.

Un ragionamento su numero e tipologia dei quesiti e della durata della prova – volendo entrare in un aspetto specifico – porta a fare i conti con la previsione ottimale dei tempi per le singole risposte e della prova in generale. Questi conti ogni candidato se li è già fatti. Ma può valere comunque la pena riproporli, per confronti eventuali con ipotesi diverse:

  • il tempo previsto per la prova (2 ore e mezzo) deve essere comprensivo non solo delle risposte ai sette quesiti, ma anche degli eventuali aggiustamenti in itinere e della necessaria rilettura finale;
  • i quesiti a RC richiedano, con un qualche fondamento, meno tempo. Di questo occorre essere consapevoli, per quel poco che può valere questo particolare;
  • dedicare sensatamente a ciascun quesito (impostazione e stesura) mediamente 30 minuti;
  • prevedere altrettanto sensatamente (ma questo dipende…) risposte di 35-40 righe, corpo 12 (in 30 minuti è un po’ difficile pensare di andare, mediamente, oltre un testo di questa lunghezza).

Una novità, almeno per un concorso a dirigente scolastico, è quella della prova, come si dice, “computer based”. Si tratta, al riguardo, di capire e interiorizzare cosa comporta questa modalità, in termini di azioni da padroneggiare e utilizzare (taglia – copia – incolla; uso punti elenco …. È opportuno – anzi necessario – consolidare padronanza da subito di tale modalità, per vedere come ‘funziona’ nella situazione specifica.

A quest’ultimo proposito può risultare utile il tutorial del MIUR[3], elaborato per la prova scritta del concorso del 2016 per i docenti abilitati: si tratta di un video di 8 minuti che può aiutare a mentalizzare contesti operativi, procedure e comportamenti richiesti al momento della prova che, molto probabilmente, non sarà dissimile, nelle modalità di svolgimento, da quella prevista dal concorso a DS.

  1. Sulla preparazione: centralità delle nove aree tematiche

L’attenzione alle modalità – ma anche agli accorgimenti, al contesto, ai tempi per la prova – non deve tuttavia far passare in secondo piano l’impegno per acquisire padronanza sempre più piena delle ‘materie’ del concorso -; impegno che deve continuare anche quando diventerà prioritario esercitarsi sui quesiti: sia prendendo eventualmente spunto dalle lacune e dalle incertezze che emergono nell’organizzare i contenuti delle risposte, sia anche prevedendo momenti specifici – spazi a parte – di approfondimento delle tematiche, da pianificare nel percorso di preparazione alla prova.

Bisogna essere consapevoli che una padronanza intelligente[4] dei contenuti accresce la sensazione di ‘potercela fare’, di poter stare dentro ai tempi e di avere buone probabilità di articolare risposte accettabili. Il contenimento dell’ansia si ottiene anche così.

Ancora due richiami per completare il punto.

Nelle due settimane che precedono la prova, si dovrebbe poter fare a meno – durante le esercitazioni sui quesiti – degli ‘aiutini’ che possono venire dalla consultazione dei materiali utilizzabili nelle settimane precedenti. Il ricorso ai materiali di consulenza, supporto e orientamento – per quest’ultima fase – potrebbe essere previsto invece a singola esercitazione conclusa e in fase di autovalutazione o di valutazione esterna (molto opportuna) delle risposte elaborate.

Il riferimento alla valutazione esterna permette di mettere in evidenza una strategia che può risultare importante nella preparazione: prevedere, per tutto il tempo, momenti di lavoro in piccolissimi gruppi di colleghi con cui ci sia un minimo di intesa. Generalmente aiuta sotto diversi aspetti.  Come può essere utile far visionare le risposte a persone esperte con cui si è in contatto.

Le incertezze che permangono (nel Bando e nel Regolamento)

Per finire, qualche considerazione su aspetti non chiariti di questa prova.

Prima di tutto i criteri di valutazione: purtroppo si conosceranno solo il giorno prima della prova (art. 9 del Bando). Per cui non si hanno certezze su di essi e soprattutto sul “peso” che si attribuirà a ciascuna delle voci previste. Comunque, al riguardo, possono offrire orientamenti abbastanza validi sia la griglia predisposta per la prova scritta del concorso a DS[5] svoltosi recentemente a Bolzano, sia quelle sostanzialmente consimili che si leggono in giro.

Anche poi sulla nozione di quesito non pare poi ci sia adeguata chiarezza nei testi ministeriali sul Concorso. Mancano infatti indicazioni sulle diverse tipologie di quesiti che potranno essere utilizzate nella prova (v. i passaggi dedicati nella pagina seguente) e su come saranno formulate le tracce. E non è una pretesa assurda, a ben pensarci.

Comunque, anche su questo aspetto problematico, può risultare certamente utile consultare i quesiti del concorso a DS di cui sopra[6].

A proposito delle diverse tipologie di quesiti che potrebbero essere utilizzate nella prova, risulta comunque interessante, ai fini delle esercitazioni sulle tracce possibili, la proposta di Gianni Carlini e Roberta Fanfarillo – messa a punto per Proteo Fare Sapere – che di tipologie ne prevede tre:

  • quesiti riferiti alla normativa vigente che richiedono l’illustrazione di aspetti generali e particolari[7];
  • quesiti che richiedono la descrizione dell’azione del DS all’interno di un processo[8];
  • quesiti che prospettano situazioni problematiche e richiedano la descrizione dell’azione del DS[9].

 (Probabilmente andrebbe prevista almeno una quarta tipologia che metta al centro la figura del DS: le sue responsabilità, i suoi “poteri”, gli stili di leadership, il potenziamento del suo profilo previsto dalla L. 107, i ‘meccanismi operativi’ dei quali è chiamato a sviluppare adeguata padronanza nella gestione del personale e più in generale nei rapporti con quanti hanno legami di vario tipo col mondo della scuola …; ma anche la valutazione del suo operato e dei risultati del proprio impegno …. A significare ulteriormente che l’attenzione ai vari aspetti e problemi della professionalità del DS deve comunque essere vista come un prius.)

Quanto poi alla formulazione dei quesiti su cui esercitarsi – se si riuscirà a fare tesoro dell’esperienza già richiamata del 2016 e prevarrà il buon senso utilizzato nel concorso di Bolzano prima richiamato – si potrebbero ipotizzare tracce che rendano sufficientemente esplicito il percorso argomentativo per la risposta. Si tratta di ipotesi non improbabile, comunque verosimilmente utile nella preparazione alla prova.[10]

La parola d’ordine

Esercitarsi sui quesiti è comunque la parola d’ordine per questa prova.

Al riguardo c’è chi sensatamente suggerisce nelle esercitazioni di partire da una lettura rapida dei questi a RA e di affrontarli a partire da quelli su cui ci si sente più preparati: ma si tratta di ‘strategia’ di cui valutare l’efficacia nel corso della preparazione.

Orientamento condivisibile è anche quello che propone – definito l’ordine col quale si vorranno affrontare i quesiti – di riportare sul foglio elettronico i punti emersi da una più attenta lettura della traccia (una sorta di scaletta che andrà poi ovviamente ‘tagliata’), prima di cominciare ad articolare ciascuna risposta.

Mentre per i quesiti a RC – sui Sistemi educativi dei Paesi dell’UE e sulla Organizzazione degli ambienti di apprendimento – un buon suggerimento per la preparazione è quello di costruire, nella lingua prescelta, mappe dei due argomenti e sintetiche schede per ciascuna articolazione della mappa, e memorizzare le parole chiave e loro esplicitazione.

Ricordarsi sempre, inoltre, che una risposta è valida se “si capisce”. Cioè se i contenuti sono quelli giusti (pertinenti) e ben articolati (strutturati), oltre che chiari e precisi, e se sono espressi in un italiano corretto. Ma qui si sfonda una porta aperta.

 

[1] Può risultare utile al riguardo GC Cerini –M. Spinosi (a cura di), Come affrontare le prove d’esame, – Voci della scuola in Notizie della scuola n. 9 – 2017, Tecnodid, dove si raccolgono, per ciascuna delle materie del bando indicazioni per orientarsi sulle specificità di ciascuna  e le loro possibili articolazioni).

[2] V. Art. 8 del Bando

[3] Ovviamente recuperabile attraverso il sito del MIUR

[4] Intelligente qui significa che non si perde in particolari non significativi o farraginosi e in inutile erudizione.

[5] V. http://www.provincia.bz.it/intendenza-scolastica/gestione-pesrsonale/gestione-concorsi-dirigenti.asp

[6] V. sito nota 5

[7] Esempi di tematiche proposte per la prima tipologia: “Modelli orari della scuola primaria”; “Le diverse forme di accesso agli atti nella normativa vigente

[8] Esempi di tematiche della seconda tipologia: “Percorso per la valorizzazione del personale docente e per l’assegnazione del bonus”; “Percorso per la modifica del PTOF

[9] Esempi di tematiche della terza tipologia: “Avvio e conclusione di un procedimento disciplinare nei confronti del personale”; “Segnalazione da parte di un genitore di un possibile caso di bullismo”.

[10] Un esempio di quesito a risposta aperta, formulato con la stessa modalità di quelli rintracciabili nel citato sito della Provincia di Bolzano (dove soni riportati anche i due quesiti in lingua inglese a RC): “Definiti in premessa ordine, grado e tipologia della scuola che si assume a riferimento e la specificità del contesto, individua i principali momenti, luoghi e contenuti della sua progettualità, alla luce delle riforme e dei cambiamenti in atto, ed elenca sinteticamente le azioni e le strategie di competenza del DS da privilegiare in coerenza con le scelte del PTOF”.

 


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Posted 20 Agosto 2018 by admin in category articoli

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